Avevo in mente questo post già da un pò, ma poi l’ho lasciato li, diciamo a decantare…Ci sono stati giorni nel mese di marzo – Pasqua a parte – in cui il tema “campane & Co” è salito prepotentemente alla ribalta, ne ho sentito parlare diffusamente nei luoghi che ho frequentato e allora beh, non potevo ignorare il messaggio che mi stava arrivando: tra CAMPANE E TALENTO esiste un nesso forte e potente e vorrei provare con voi, con te che sei in viaggio e in ricerca, a rifletterci un pò.
Normalmente ci ricordiamo di questo strumento soprattutto nei dintorni di Pasqua, in cui il tema campane viene presentato in vari modi e elementi (comprese le campane di cioccolato si!) tornando ogni anno di moda e poi? Poi basta, pare che per il resto dell’anno questi strumenti diventino fantasmi se non declinati in altre vesti come ad esempio le campane tibetane che ormai, in certi luoghi ma non solo, vivono stagioni evergreen.
Eppure le campane sono importanti sempre, lo sono da sempre e, da sempre, per quanto l’uomo possa ricordare, svolgono funzioni varie e tutte molto importanti oltre a quella leggiadra dell’intrattenimento ma sempre a tema.
Campane, campanelli, campanacci…non solo emittenti di suoni ma veri e propri simboli: ricordate la fata campanellino di Peter Pan? un simbolo di leggerezza e di lievità per l’eterno ragazzo, capace di alleviare la tristezza con la sua “argentina” presenza sonante.
Le campane suonate a “martello” nei villaggi un tempo erano un richiamo d’allarme e avvisavano tutti di un pericolo imminente, Campane a festa nel sottolineare momenti lieti e sempre COMUNITARI: particolare da non sottovalutare questo perchè denota una funzione precisa e trasversale dell’uso delle Campane. Poi campane a sottolineare momenti di vita, di passaggio come le “campane a morto” che annunciano alla Comunità che uno dei suoi membri ha lasciato questo piano di esistenza.
Insomma campane per ricordare, per avvisare, per richiamare, per annunciare…suoni argentini e più gravi, portatori di un’arte che ormai nelle nostre città si è perduta: il campanaro ormai spesso è registrato.
E per te cosa significa il suono delle campane? come lo senti? Non ci avevo ancora pensato ma ad un certo punto è arrivata nitida per me l’intuizione che offro come spunto di riflessione: il legame con il suono che richiama ad un’azione, come spesso è quello delle campane, con il RICHIAMO che possiamo sentire noi ad esprimere le nostre POTENZIALITÀ e TALENTI è evidente.
Anche per noi c’è, c’è stato o ci sarà (se restiamo in ascolto profondo) un momento in cui la CAMPANA suona o ha suonato: siamo in grado di ricordarlo? O di riconoscerlo?
A volte però, rimaniamo sordi a quel suono, a volte non è forse ancora il momento oppure semplicemente non siamo in ascolto.
Quello che allora qui voglio proporre è un semplice esercizio nel viaggio alla ricerca del nostro Talento: la prossima volta che udiamo (dobbiamo stare attenti però) il suono delle campane proviamo a fermarci e a chiederci cosa ci sta dicendo e se, magari, evoca un richiamo più profondo. Quel richiamo potrà essere una partenza, una conferma, un passaggio sulla strada dell’espressione del nostro Talento, della nostra Unicità.
Non posso quindi non concludere con una citazione nota che ora per noi assume un significato particolare:
“E allora, non chiedere mai per chi suoni la campana. Essa suona per te”