A CHE SERVE? (SUL PRINCIPIO DI UTILITA’)

La pausa estiva sta volgendo al termine e la ripresa lavorativa si affaccia alle nostre vite come ogni anno, magari carica anche di buoni propositi maturati durante le vacanze. Certamente per tutti, mi auguro soprattutto che abbiate potuto ricaricare al meglio le vostre energie e che il rilascio del beneficio conquistato tra una nuotata e una passeggiata, un gelato e uno spritz, sia lento e costante nei prossimi mesi.

A questo proposito vorrei proporvi una modalità un po’ diversa per affrontare e svolgere ogni attività in cui siamo e saremo impegnati. Una modalità che, guarda caso, presuppone qualche riflessione ma che, potete starne certi, ci aiuterà a disperdere meno energie regalandoci una sensazione di benessere duratura.

Questa modalità nasce da una riflessione che ha accompagnato con costanza le mie vacanze rendendomi sensibile a tutti i “segni” di vario tipo che l’hanno alimentata (persino i libri che ho scelto di leggere).

La mia piacevole ossessione (si, posso chiamarla così) di cui vi sto parlando può prendere il nome di PRINCIPIO DI UTILITÀ. Ovvero QUANTO e COME e a CHI ma soprattutto a COSA è utile ciò che faccio, scrivo, dico?

In apparenza la domanda potrebbe avere semplice risposta, ma in realtà la faccenda è più complessa se vogliamo che apra e sviluppi la nostra consapevolezza.

Cosa significa per noi UTILE? Forse non ce lo siamo mai chiesto e portiamo avanti le nostre svariate attività senza pensare a quale sarà la loro RICADUTA più ampia: già, perché ogni nostra azione, pensiero, parola ha un effetto di cui, spesso, non siamo così coscienti.

Certamente c’è un’utilità concreta e immediata di ogni azione/lavoro, dal guadagno che ne deriva al riconoscimento che porta alla nostra personalità alimentando e nutrendo il legittimo bisogno di apprezzamento altrui.

 Quando però tutto questo non basta più (o almeno è stato soddisfatto), quando si affacciano altre esigenze, quando scelgo un lavoro piuttosto che un altro, di apprendere qualcosa di nuovo, di dedicare del tempo a attività magari poco remunerative o per nulla, di dire di no o di si a un cliente non solo per soldi, allora diventa fondamentale cercare di capire e immaginare quella ricaduta di cui sopra.

 Questo PRINCIPIO porta con sé lo sviluppo di una qualità particolare che è l’ESSENZIALITÀ: nel fare, dire, pensare e soprattutto nell’Essere. Quando inizio a chiedermi se ciò che dico e faccio é utile, allora contengo e di molto tutto il mio stesso dire, fare, scrivere, essere.

Una sorta di PULIZIA per fare spazio a un modo più armonico di vivere e agire in ogni contesto: poco importa se si tratta dell’impiego che non amo e non ho scelto, anche in quel caso ogni minima azione e parola può essere misurata con il metro del PRINCIPIO DI UTILITÀ, applicandolo  magari a rendere migliore l’ambiente in cui agisco.

Un esempio? E’ utile in un ufficio unirsi alla lamentatio generale (e anche banale) alimentandola con parole già dette rispetto a torti/ingiustizie/errori? O forse sarebbe più utile tacere e riflettere sulle soluzioni costruttive anziché sui problemi?

Il massimo dell’applicazione di questo principio poi lo si raggiunge quando ad esso riusciamo a unire l’IMPERSONALITÀ: quello stato dell’essere che ci porta a non curarci più se ci verrà una ricompensa o saremo riconosciuti per le nostre azioni, perché la ricompensa sarà la riuscita dell’azione stessa e quanto avrà contribuito a rendere migliore quanto ci circonda.

 Se è il NUOVO che cerchiamo è già qui: rendiamolo visibile diventando davvero UTILI!

 

 

La tua calamita 2: l’unione fa la forza!

Torniamo come promesso a parlare di MAGNETISMO, dedicandoci questa volta ad un altro aspetto che, se ben curato, può rafforzare la nostra CALAMITA INTERNA, aumentandone il potere attrattivo.

Sappiamo bene, anche se forse non sempre ne siamo consapevoli, di avere differenti livelli che agiscono dentro di noi: FISICO,EMOTIVO, MENTALE. Il Fisico è il più evidente e lo sono pure i suoi segnali, ma spesso parlano di quello che accade agli altri due, soprattutto quando tra questi non vi è armonia di azione ma soprattutto di intenzione.

Per entrare più nel concreto credo che sappiamo tutti cos’è un mal di testa cosiddetto da stress (chiamiamo così abitualmente il nostro disallineamento interno, senza sapere che è questa la causa), o la classica colite nervosa, oppure ancora l’insonnia…insomma tutti quei fastidiosi malesseri che sembrano colpirci appunto quando -secondo noi – siamo “stressati”.

Ebbene non di stress – che poi è difficile sempre classificare come tale – si tratta spesso, ma bensì di mancanza di allineamento tra i nostri livelli.

Ci sembra di aver chiaro o chiari i nostri obiettivi – quelli veri, importanti, di vita – ma poi magari ci troviamo a agire non proprio nella loro direzione per diversi motivi, oppure con la mente siamo certi di star perseguendo ciò che davvero ci interessa ma poi al livello del nostro corpo emotivo di fatto non si è acceso il “fuoco” necessario a spingere quell’obiettivo e magari, stiamo invece inconsciamente, dando energia ad altro che, sempre magari, va pure in contro-tendenza con l’obiettivo che razionalmente abbiamo scelto.

Se questo accade e quindi, se ci sembra così difficile raggiungere le nostre agognate mete, abbiamo una sola domanda da porci: “E’ questo quello che voglio davvero? Con tutto me stesso/a?” 

Possiamo essere certi che ciò a cui ambiamo è giusto per noi quando, pur tra difficoltà e ostacoli oggettivi, sentiamo di procedere in modo fluido e proviamo la sottile sensazione che nulla ci fermerà!

Quando i nostri livelli sono allineati il nostro MAGNETE INTERNO, diventa più forte e, guarda caso, attrae proprio quello che abbiamo scelto con consapevolezza. Altrimenti, dato che la Calamità funziona comunque e sempre, attrarremo eventi, persone e situazioni che, apparentemente non abbiamo scelto, ci sembreranno non coerenti con quanto razionalmente avevamo deciso.

Il MAGNETISMO si nutre di allineamento e coerenza, aggancia obiettivi che vengono dalla profondità della nostra essenza e li fa vibrare in ogni contesto e situazione.

Verifichiamo dunque se il nostro cuore sta andando dove ha deciso la nostra mente e il nostro corpo è pieno di energia oppure ci invia segnali di “fastidio” e…aggiustiamo il tiro, la nostra CALAMITA diventerà così potente ma soprattutto saremo noi ad orientarla!

Rafforza la tua calamita: vinci una battaglia interna!

Abbiamo già parlato di magneti e calamite interne qualche  post fa – http://www.chiaradamilano.com/la-calamita-dentro/ -  e in quell’occasione, abbiamo provato a comprendere come ognuno di noi sia dotato di un proprio MAGNETE interno che è più o meno attivo in relazione alla consapevolezza che ne abbiamo.

LEGGE DELL’ATTRAZIONE a parte che comunque vi è coinvolta e che, tengo a sottolineare, è qualcosa che agisce al livello dell’intero Universo ed è molto più complessa di quanto diversi scritti vogliano farci credere, il MAGNETISMO che tutti noi possediamo agisce costantemente nonostante noi, ma possiamo diventarne consapevoli e allora iniziare a alimentarlo come desideriamo e verso le direzioni che noi scegliamo.

Cercando di fare un passo avanti su questa strada, ho pensato di dedicare al tema alcuni post, al fine di darvi una panoramica, senza la pretesa si essere esaustiva, di quegli elementi che, se portati alla luce della ribalta, ci indicano come e quanto e verso dove possiamo orientare questa nostra calamita interna.

Premesso che questo Magnete lo abbiamo riconosciuto, farlo crescere e dotarlo del “superpotere” dell’attrazione è un lavoro che richiede impegno, costanza, auto-disciplina e una certa dose di VIGILANZA rispetto ai segnali che ci danno indizi utili per sapere se la direzione è quella giusta.

Uno di questi segni/segnali che diventano elementi che possono rafforzare o indebolire  il nostro Magnete interno, è sicuramente la VINCERE UNA BATTAGLIA INTERNA!

Ciò che fa la differenza è riconoscere che di questo si tratta per poterla affrontare e indirizzarne l’esito a favore del POTERE di quella calamita.

Già, ma di cosa stiamo parlando?

Vi è mai capitato di trovarvi di fronte a una scelta interna (che nasce spontaneamente e, in apparenza, senza alcun impatto concreto e visibile) rispetto  ad un’azione da compiere e che sentivate mossa da due intenzioni opposte? Un pò come sentire dentro due tifoserie avverse per dirla in termini sportivi! Due voci ispirate da livelli diversi di noi: una spinta da un movente immediato e concreto e l’altra dalla volontà di alimentare un’obiettivo più ampio allineato con la nostra essenza.

Lo so che può apparire complesso e allora cerco di farvi un esempio che vi aiuterà, un esempio che trae dalla mia esperienza: ricevo l’incarico per fare due ore di formazione a giovani di un progetto organizzato da un’associazione di volontariato. Mi viene offerto un compenso e, nel momento in cui mi avvicino alla data dell’intervento, nasce in me una battaglia interna appunto: prendo il compenso perchè è lavoro ed è giusto e mi fa pure comodo,  oppure rinuncio prendendo distanza dal mio bisogno con l’intenzione di alimentare, attraverso il dono, un circolo più virtuoso di abbondanza?

Questa è una BATTAGLIA INTERNA! Quando siamo noi, con una scelta non guidata dal bisogno e/o dalla paura, a vincere, allora permettiamo all’energia di scorrere con fluidità e ne vedremo i risultati! Lascio a voi immaginare il finale di questa mia piccola battaglia.

Ogni volta che ci troviamo di fronte a simili dilemmi, abbiamo l’occasione di rendere più forte il  nostro MAGNETE interno, di sperimentare la sensazione di essere alla guida della nostra vita e di non lasciarci guidare invece dai nostri bisogni e paure: provare per credere!

Attenzione però! Perchè si possa dire veramente Battaglia interna, deve contrapporre due fazioni forti, deve farci vivere l’esperienza di sentirci, temporaneamente certo, divisi dentro, perchè per noi hanno valore e importanza tutte e due le forze che stanno lottando.

Sapremo di aver vinto noi quando, presa la decisione, sperimenteremo una profonda quanto potente sensazione di LIBERTÀ!

Esiste anche il lieto fine di queste lotte, ebbene si! Quando vinco IO posso garantirvi, per averlo provato, che l’Universo ci ripagherà! Non ci è dato sapere come e quando, ma accadrà: di questo potete starne certi!

Colombe o Serpenti?

Se vi state chiedendo cosa mai vorrà dire essere COLOMBE oppure SERPENTI, beh, vi invito a pensare al simbolo che questi due simpatici animaletti rappresentano: è molto più semplice di quello che immaginate e so che ci siete già arrivati…

Si giusto! Qui la domanda reale è “quanto, nelle mie azioni di ogni giorno sono “puro” ovvero trasparente e quanto invece opero in modalità stratega/astuto?”

La vita nella sua immensa generosità, ci offre costantemente occasioni per testare questo binomio e il mio intento con queste poche righe è quello di portarlo alla vostra attenzione.

Abbiamo tutti dentro di noi una colomba e un serpentello, spesso però, non essendone coscienti, li lasciamo agire indiscriminatamente e accade che di solito uno prevalga sull’altro e, guarda caso, quasi mai nel modo, diciamo, più utile a noi, ma soprattutto al BENE COMUNE.

A complicare il tutto poi ci sono  le nostre personali NOTE DISTINTIVE, che con il loro corredino di caratteristiche, ci fanno pendere più verso una modalità che verso un’altra, cosicché di fatto ricercare l’EQUILIBRIO tra le due diventa un lavoro che va fatto con PRESENZA, VIGILANZA e DISCIPLINA.

Ma come fare intanto, mi direte voi, a sapere se tendo ad essere più colomba o più serpente? Beh innanzitutto si può partire dando un’occhiata a come, in ogni situazione, siamo più propensi a porci, poi facendo attenzione ai rimandi, seppur magari velati o scherzosi, che ci arrivano dall’esterno. Questo è già un ottimo punto di partenza!

Quando abbiamo quindi compreso quale è la nostra principale inclinazione, allora possiamo iniziare il lavoro di ri-equilibrio.

Si,perchè gli eventi della vita ci richiedono, per essere pienamente padroni di noi stessi, di agire con GIUSTA MISURA, entrambi questi aspetti, conoscerli, riconoscerli negli altri e prenderne possesso.

Sono proprio quelle situazioni (professionali, personali, sociali) che all’apparenza appaiono positive e scintillanti che spesso ci mettono alla prova in questo TEST, situazioni in cui, entrandoci dentro in profondità, comprendiamo che “non è tutto oro ciò che luccica”, ma che quel che “luccica” c’è e va tirato fuori proprio esercitando con coscienza il delicato equilibrio di cui stiamo parlando.

Essere PURI COME COLOMBE E ASTUTI COME SERPENTI, è il risultato a cui dobbiamo ambire! Mantenere, anche e soprattutto quando sentiamo che ci richiede sforzo, la purezza delle nostre intenzioni e dei nostri pensieri, unitamente alla lucidità per guardare la realtà per ciò che è nei fatti utilizzandola al meglio, operando anche di strategia e astuzia al fine di promuovere quello che il MASSIMO BENE PER IL MAGGIOR NUMERO DI PERSONE, ovvero, in un unico termine più conosciuto l’ETICA del nostro agire.

Per concludere augurandovi un buon lavoro di RI-EQUILIBRIO, vi lascio un motto che può essere utile tenere a mente quando ci sembra che lo sforzo richiesto sia molto.

 “Vi chiederanno come si attraversa la vita. Rispondete: Come un abisso, su una corda tesa: in bellezza, con premura e slancio.” AY

Libera scelta o scelta che libera?

Questo post nasce da alcune riflessioni che mi hanno occupato in questi ultimi tempi. Riflessioni che scaturiscono dall’osservazione di comportamenti e pensieri miei principalmente, ma anche di persone con cui sono venuta in contatto.

La SCELTA è sinonimo di espressione della nostra VOLONTÁ,  ma quanto è condizionata questa nostra funzione? Quanto siamo in balia di ciò che accade intorno a noi e, direi soprattutto, delle volontà altrui seppur a volte sottili e non esplicite?

Mi e vi faccio questa domanda sulla base dell’esperienza che ho fatto diverse volte e ancora solo poco tempo  fa, l’esperienza della scelta che libera!

Si perchè quando scegliamo di fare qualcosa al di là di ciò che pensano e dicono gli altri, al di là delle pressioni esterne date dai condizionamenti vari che dicono cose del tipo “no dai così non si può fare”, “è sprecato”, “questa cosa non funziona”, ecc, assaporiamo un senso di LIBERTÀ e di POTERE PERSONALE, che non ha eguali.

Si tratta anche di andare un pò controcorrente, di OSARE e esporci incuranti dei giudizi altrui ma, principalmente, senza badare al nostro GIUDICE INTERNO: il più implacabile!

La scelta libera produce un’esplosione di ENERGIA che apre nuove possibilità e consente a quanto stava in “Stand-by” di scegliere a sua volta…

Non si tratta solo della famosa libertà di scelta che in fondo sappiamo tutti di avere (ma che poi in realtà pochi esercitano davvero), si tratta di LIBERARE letteralmente le nostre scelte di ogni tipo: dalle più semplici e quotidiane alle più importanti.

Quando la SCELTA è DAVVERO LIBERA succede che si sviluppa una gran quantità di energia che non pensavamo nemmeno di avere, succede che accendiamo il FUOCO che abbiamo dentro e entriamo di diritto nel regno delle POSSIBILITÁ che ci attende.

Verifichiamo dunque quanta LIBERTÀ c’è nelle nostre scelte: questo è il primo passo! Quindi proviamo, inizialmente da piccole cose, a scegliere in modo rivoluzionario, senza ascoltare le voci intorno a noi , ma dando spazio unicamente alla VOCE INTERNA più profonda, quella che sa, molto prima e più di noi, cosa fare e meravigliamoci dei risultati!

 

A Torino il Talento è entrato in azione!

Una bella giornata di primavera, una giornata, quella di DOMENICA 12 APRILE, che naturalmente portava alla gita fuori porta, ma qualcuno ha SCELTO di passarla in modo diverso questa domenica e di portare in pratica l’aria di RINNOVAMENTO che la stagione porta con sè.

Così alcuni intrepidi e coraggiosi ricercatori, si sono messi in gioco per ben oltre 7 ore con un impegno e una tenacia che credo abbia lasciato piacevolmente sorpresi loro stessi per primi.

Abbiamo iniziato dai nostri SUPER POTERI, cercandoli e dichiarandoli pubblicamente e così abbiamo, chissà, buttato i semi di espressioni future e concrete: la problem solver in grado di trasformare ogni problema in una nuova opportunità: per lei la parola problema non esiste!  Lo scrupoloso organizzatore: dategli qualsiasi progetto e lo farà procedere come un orologio superando senza indugio ogni ostacolo, il creatore di reti, capace di mettere insieme e collegare anche ciò che in apparenza non ha nessuna affinità e… altre meraviglie ancora.

Siamo arrivati al CUORE del tema della RESILIENZA, ascoltando un CUORE IMPAVIDO raccontare la sua esperienza: l’amico Marco Chiaudano ha gentilmente accettato, superando il suo timore di parlare in pubblico (dimostrandosi così che si poteva fare: un altro limite superato!), di venirci a parlare della sua passione per le gare di ultra-trail  e come, da “semplice” amatore, portando avanti una vita normale tra impegni personali e di lavoro, è riuscito nell’impresa di completare con successo uno dei circuiti più prestigiosi e difficili di questa disciplina: http://www.ultratrailmb.com/page/22/TDS%C2%AE.html. Il semplice racconto di Marco, la sua emozione del momento descritto in cui “ho capito che l’avrei finita all’80 km…” ci ha fatto comprendere realmente come i limiti sono di fatto qualcosa di mentale e non di fisico e concreto.

Non potrò avere sempre Marco con me nelle prossime edizioni di questo workshop, ma, grazie alla sua generosità, avrò la possibilità di farvelo conoscere almeno in video.

Guidati da questa carica di POSSIBILITÁ, abbiamo proseguito andando ancora più in profondità, lavorando per CAMBIARE IL NOSTRO PAIO DI OCCHIALI CON CUI GUARDIAMO IL MONDO e riuscendo, in modo particolarmente fluido, a trovare il positivo laddove proprio sembrava non esserci: L’ARTE DEL REFRAMING è diventata di nostro dominio!

Infine, ciliegina sulla torta, è stato il lavoro sulle nostre QUALITÀ AUTENTICHE, quelle note che colorano in modo assolutamente originale la personalità di ognuno di noi.

Un lavoro quello del QUADRANTE DELLE QUALITÀ, che una volta appreso diventa strumento di conoscenza di sé e degli altri, facilitando le nostre relazioni grazie alla chiave della COMPRENSIONE.

Davvero una giornata intensa, a lungo rilascio potrei dire senza paura di sbagliare!

Ringrazio ancora di cuore i partecipanti per averci messo MENTE E CUORE in un mix che è risultato vincente per tutti!

Alla prossima puntata dunque, dove lo saprete presto!

 

La due giorni dei counselor con lo sguardo al futuro

Non è il primo convegno nazionale di Assocounseling a cui partecipo, ma questa volta, complice anche la mia aumentata consapevolezza della professione, me ne sono sentita coinvolta ancora di più e così, senza pretesa di recensire nel dettaglio, voglio parlarne.

Una comunità, ecco quello che siamo ormai noi counselor, una comunità che, per numeri – 800 partecipanti al convegno su oltre 1500 iscritti all’associazione – è giunta ad avere un peso specifico di rilevanza nel vasto campo delle relazioni di aiuto. Una rilevanza che è sempre più importante assumersi in prima persona come professionisti, alimentando il coraggio di esporsi: il primo grande messaggio che ho recepito è proprio questo.

Nessun convegno di queste dimensioni è perfetto e lo sanno per primi gli organizzatori, non è il caso dunque che io rilevi qui quelli che, dal mio punto di vista, possono essere stati gli aspetti da migliorare, ma pochi convegni riescono a dare una qualità così fortemente percepita di PASSIONE da parte dei vertici in prima istanza.

Messaggi importanti e forse il più importante è che un’associazione così si fonda e cresce grazie al contributo costante e ATTIVO dei suoi associati. Noi counselor abbiamo bisogno di stare insieme forse più di altri professionisti per ricordarci anche che esistiamo, perchè ancora troppo spesso non si conosce la nostra professione: verissimo! Però, altro messaggio importante è che da questo stare insieme, dalla comunità di cui ci sentiamo parte e che celebriamo una volta all’anno, dobbiamo trarre la forza per USCIRE ALLO SCOPERTO, affrontare il mondo fuori e affermare con ORGOGLIO quello che facciamo.

Siamo portatori capaci – l’elevato livello di professionalità e competenza degli interventi presentati ne ha dato prova – di una PROFESSIONALITÀ POLIEDRICA, che ha la possibilità di farsi contaminare e di contaminare positivamente i più svariati contesti e non solo quelli affini alla cura in senso stretto. Di questo dobbiamo diventare coscienti senza paura di esporci, agendo del CORAGGIO la specificità dell’AUDACIA.

Possiamo essere IMPRENDITORI DI NOI STESSI  e costruire il nostro PROGETTO IMPRENDITORIALE, se crediamo in quello che facciamo: questo sopra gli altri è il messaggio che ho sentito più vicino e che, per la mia esperienza attuale, condivido pienamente. Non è facile, cari colleghi, misurarsi con il mercato e affermare quotidianamente la nostra professione, ma è possibile. Come è possibile scoprire che, quando parli del counseling in contesti insospettabili, si accende una certa curiosità e si aprono possibilità di felici collaborazioni.

Questo post nasce dunque così, per rispondere all’appello di dare ognuno il proprio contributo affinché una realtà ancora troppo nascosta (anche a causa nostra) emerga sempre di più alla luce usando ognuno i propri strumenti: oggi il mio blog si mette a SERVIZIO del COUNSELING affermandone le qualità.

Infine voglio ringraziare qui ASSOCOUNSELING tutta a partire dai suoi vertici: dalla nascita ad oggi, non è mai calata la vicinanza e l’attenzione posta ai soci nonostante la crescita esponenziale avvenuta. Questo non è solo impegno, è SERIETÀ, VERITÀ, COERENZA.

La Calamita dentro…

Si fa tanto parlare, ormai da qualche tempo, di Legge dell‘ATTRAZIONE, quasi ogni giorno mi capita di vedere scritti vari- dai libri ai post sui social – che trattano questa materia tanto affascinante quanto complessa.

Non intendo farne l’ennesimo trattato, quanto cercare invece di restare il più possibile sul “pratico” e provare scoprire insieme cosa c’è dietro tutto questo parlare e scrivere della capacità – che sicuramente abbiamo tutti, questo non si discute – di attrarre ciò che desideriamo.

Forse non tutti sanno che possediamo una calamita interna…si si anche se sarebbe più corretto chiamarla MAGNETE! Ora se pensiamo che non sia così è perchè non ce ne siamo mai occupati e l’abbiamo lasciato li ad agire per conto suo. Sappiamo già che tutto ciò che non ci prendiamo la briga di conoscere di  noi comunque lavora lo stesso e a volte lo fa anche contro i nostri stessi interessi. Da qui la sensazione di essere in fondo in balia dell’eventi e di non avere su questi nessun potere.

All’origine di questa famosa legge dell’Attrazione sta dunque questa CALAMITA, che costantemente attrae proprio quello che vogliamo, o meglio, che pensiamo di volere…già perchè la calamita funziona sempre, dove puntarla lo decidono le nostre parti interne, i nostri bisogni, i nostri desideri, le nostre paure…difficilmente infatti siamo noi da dentro a direzionarla.

Così non basta, come molto si sente dire, pensare intensamente di voler diventare ricchi per ricevere la notizia di un’inaspettata eredità o di una vincita alla lotteria (in questo caso sarebbe bene partire dal comprare almeno il biglietto), oppure concentrarsi sul pensiero del principe azzurro o della principessa rosa per vederli materializzarsi.

Fino a qui, forse perchè in fondo ci avete provato, credo siate tutti d’accordo. Bene e allora?

Il lavoro per conoscere e ATTIVARE la nostra calamita interna può essere intenso e richiedere un certo impegno, ma nel tempo, se teniamo sempre acceso il nostro bravo OSSERVATORE INTERNO, potremo vederne i risultati.

La partenza sta innanzi tutto nel credere che NON siamo in balia degli eventi esterni, ma che questi stessi eventi in qualche modo li abbiamo attratti. Non scelti consapevolmente per lo più ma attratti senza saperlo spesso si!

E qui entra un altro elemento per conoscere il nostro Magnete: LA SCELTA! Tutte le volte che scegliamo con consapevolezza e, sopratutto, con profondità dal nostro CENTRO, una direzione,  stiamo orientando il nostro magnete.

Ripensando alla mia esperienza passata e attuale, mi sono resa conto di quanto il mio personale magnete abbia agito e quanto spesso lo abbia fatto per conto suo. Oggi sto iniziando a comprendere che quello che nella vita ho attratto nel bene e nel male, ha risposto all’orientamento di questa mia calamita che non ho sempre diretto con consapevolezza.

La prima domanda allora che vi suggerisco di porvi è proprio questa: “COSA STO ATTRAENDO NELLA MIA VITA?” Da qui a chiedersi “E QUELLO CHE VOGLIO DAVVERO?” Il passo è breve.

Un altro modo di fare un CHECK rispetto alla direzione del magnete, alla sua potenza e al suo effettivo allineamento con i nostri autentici desideri, è quello di aprire uno SGUARDO OBIETTIVO sulla nostra vita attuale e fare una fotografia. Osservare poi quali elementi sono in primo piano e quali restano sullo sfondo.

Dove metto più impegno, lavoro, dedizione, desiderio, pensieri ed energia, là si sta dirigendo il mio magnete e la prova del nove devono esserne i risultati: se sono commisurati a quanto detto allora funziona e anzi ci sono buone possibilità che funzioni sempre meglio.

Quando invece nonostante l’impegno ecc, non arrivano i risultati, la domanda da farsi è “COSA STA BOICOTTANDO IL MIO MAGNETE?” Perchè potrà essere che una paura freni la corsa o che non sia quella la direzione che effettivamente ci interessa di più ora. Magari è la direzione che altri hanno scelto per noi e a noi non risuona poi così tanto.

Possiamo sempre RI-ORIENTARCI e decidere noi dove puntare la calamita, consapevoli dei freni e con la forza della FIDUCIA nei nostri progetti e desideri più profondi.

Quando poi accadono cose e si manifestano situazioni che rallentano o tentanto di inibire il potere del nostro Magnete, possiamo imparare a non combattere gli OSTACOLI, imparando, come diceva Assagioli – padre della Psicosintesi – a… COLLABORARE CON L’INEVITABILE!

Buon lavoro con le vostre Calamite dunque!

Girello, caschetto o…allineamento?

Immagino che questo titolo possa sembrarvi un po’ strano e magari vi starete chiedendo quali connessioni ci sono tra questi termini. Fidatevi come fate di solito quando leggete un mio post, e scoprirete quali misteriosi legami esistono tra questi oggetti e la parola ALLINEAMENTO.

Forse sarà capitato anche a voi di avere quelle giornate o momenti (che bastano e avanzano) in cui inspiegabilmente pare che ogni cosa che tocchiamo debba rompersi o comunque caderci dalle mani, in questi casi si dice avere le mani di pastafrolla almeno io lo dico così. Oppure, sempre inspiegabilmente, ci sono giorni che inciampate ogni tre per due e qualsiasi gradino, oggetto non ben identificato si trovi al suolo (non importa se in casa o fuori) o spigolo, rappresentano minacce terribili alla nostra incolumità.

Poi invece, ci sono giorni in cui magari si evitano ostacoli fisici inaspettati o ancora, abbiamo i riflessi così pronti – questo almeno è quello che pensiamo – che se un oggetto ci sta per cadere lo prendiamo al volo e così via su questa strada in cui tutto scorre fluido.

Va bene e allora direte voi? ci sono giorni si e giorni no, a volte siamo più svegli e a volte no, più concentrati…certamente, ma non si tratta solo di questo.

Di fatto una spiegazione a questi piccoli incidenti fisici c’è e non ha a che fare solo con la distrazione, o meglio, non solo con quella. Se ci osserviamo, almeno a posteriori, ci potremmo accorgere che nei momenti in cui qualcosa appena afferrato ci cade di mano o inciampiamo dove normalmente non si dovrebbe, la nostra mente è scollegata dalle altre parti di noi e, principalmente, dalle nostre emozioni.

Si tratta di particolari stati del nostro essere e agire nel mondo, che a volte possono anche perdurare per qualche tempo: in questi casi si parla di mancanza di allineamento, ovvero i nostri pensieri vanno in una direzione e le nostre emozioni in un’altra e così è come se fossimo in qualche modo SPEZZATI DENTRO.

Succede a tutti noi e quando accade il nostro corpo, che non sa più bene a chi rispondere, è come se ricevesse messaggi confusi che manifesta attraverso comportamenti che risultano goffi e incoerenti.

Il nostro corpo ci dice in pratica: “ehi ma che cosa stai facendo? dove stai andando? non capisco!”

I momenti di confusione nella vita sono normali e, se ascoltati, possono diventare momenti di tensione creativa, i preludi a un nuovo stato del nostro Essere.

Se vogliamo quindi evitare di passare interi periodi muniti di parastinchi, ginocchiere, caschetto e, peggio ancora, dover attrezzarci con un girellino per non cadere ad ogni angolo, forse ci conviene chiederci: QUANTO SONO ALLINEATI I MIEI PENSIERI CON LE MIE EMOZIONI? CIO CHE SENTO CORRISPONDE A QUELLO CHE PENSO?

Ecco cosa è l’ALLINEAMENTO: la capacità di vivere in armonia tra mente e cuore in presenza di sé originando, anche e soprattutto sul piano fisico, movimenti fluidi e coerenti.

Esercitiamoci quindi a osservare in che direzione vanno le nostre parti, chiediamoci, in quelle giornate o periodi in cui sembra che il nostro corpo non ci risponda, come sta il nostro Allineamento: forse così riusciremo a prevenire qualche incidentino di percorso….;-)

Se il “gioco vale la candela” lo decidiamo noi!

L’ingrediente essenziale per far crescere e far fiorire rigogliosamente il nostro TALENTO è proprio questo, si l’ENTUSIASMO, quella che mi piace chiamare L’EVERGREEN DELLE QUALITÀ: se manca è come se tutta la nostra azione assumesse i toni del grigio e restasse sbiadita sullo sfondo delle nostre vite.

Si tratta però di una qualità spesso maltrattata, sottovalutata, quasi non degna di accedere all’olimpo di altre ben più rinomate come il Coraggio o la fiducia o la Tenacia…eppure senza Entusiasmo non c’è fiducia, coraggio o tenacia che possano reggere, il problema è – guarda caso – che i primi a non darle valore siamo proprio noi per quanto e quante volte siamo incappati nei cosiddetti “Ammazza-entusiasmo”.

Di cosa si tratta? beh, vi sarà certamente capitato di sentirvi dire mentre parlavate appunto con entusiasmo di un nuovo progetto o una nuova idea a qualcuno, dal familiare all’amico, una frase del tipo “si, certo però ci  hai pensato bene?”,  “ma vale tutto questo investimento?”, “E se poi non funziona?” e noi che solo un attimo prima eravamo pieni di quel sacro fuoco e sentivamo ardere la summenzionata scintilla, ci sentiamo in un istante persi, afflitti, come se ci avessero – e di fatto lo hanno fatto o almeno ci hanno provato - tarpato le ali!

Questo accade tutte le volte – o quasi- che ci esponiamo con qualcosa di nuovo, qualcosa che è nato dalla nostra intuizione e di cui andiamo fieri perché ci è costato fatica, impegno, ore di lavoro a pensare e progettare. Qualcosa del cui valore e bontà siamo intimamente convinti (sprecheremmo tempo a lavorare su idee che crediamo perdenti in partenza?) e che sappiamo, si noi lo sappiamo, sarà vincente.

Perchè allora in un solo attimo il nostro entusiasmo lasciamo che venga distrutto? Quante idee sono morte sul nascere perchè non sono state sostenute abbastanza? Forse che non ci abbiamo creduto fino in fondo certo, ma anche forse ce le siamo fatte smontare: se ci riflettete su magari mi darete ragione.

Quel che è fatto è fatto, il passato è andato e non vale la pena tornarci su se non per impararne le sagge lezioni, quello che ora conta è come e cosa faremo da oggi in poi per far fiorire le nostre intuizioni migliori e, contemporaneamente, coltivare il nostro Entusiasmo.

Per darvi un’aiuto, forte della mia esperienza di tutte quelle volte che “ho mollato” per dare retta a voci esterne, ho deciso di darvi un paio di regolette da seguire per facilitare la vostra meravigliosa fioritura:

REGOLA N. 1: un nuovo progetto, fino a che è ancora appartenente al mondo delle nostre idee e non ha preso alcuna forma almeno scritta, va tenuto rigorosamente segreto. Questo perchè è un pò come un feto ai primissimi mesi:ancora fragile e bisognoso della massima protezione. Lo possiamo condividere solo con chi ne è coinvolto o chi affronta le nostre stesse difficoltà: si sa che tra affini anche negli eventi si è più solidali.

REGOLA N. 2: Quando il nostro segretissimo progetto di cui andiamo molto fieri è a un buon punto di materializzazione, cerchiamo i sostenitori. Chi sono? li riconosciamo senza dubbio: tutti coloro che sempre ci hanno sostenuto e hanno creduto in noi e che, quando ci hanno mosso qualche critica, o ci hanno un poco smorzato l’entusiasmo, lo hanno fatto per rendere amorevolmente la nostra visione più nitida.

REGOLA N. 3: sviluppiamo l’ENTUSIASMO con queste tre modalità:

  • Coltivare la nostra vitalità: teniamo alto il nostro livello energetico!
  • Frequentare gli entusiasti (si sa l’entusiasmo è contagioso)
  • Cogliere la bellezza ovunque

Poche cose che se seguite con scrupolo porteranno risultati tangibili e soprattutto, ancora una volta, daranno la sensazione di essere PROTAGONISTI delle nostre scelte e della nostra vita nel bene e nel male.

Quando  il gioco vale la candela quindi LO DECIDIAMO NOI!

Perché lo sappiamo benissimo già da noi cosa fare e anche se stiamo rischiando il tutto per tutto e magari non andrà come abbiamo immaginato, abbiamo il diritto di provarci e di sbagliare per imparare da soli. Soprattutto, abbiamo il diritto di SCEGLIERE in modo AUTONOMO quali sono i progetti da portare avanti e quali no.

BUON ENTUSIASMO A TUTTI!!

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